Recensione: The Old Chapel of the Candle Lich

Sto scrivendo molto poco sul blog, che è un po’ un peccato, e sto giocando un sacco di roba senza recensirla davvero, che è un altro peccato perché le recensioni sono un ottimo modo di scoprire cose interessanti da giocare. Quindi, ho deciso di iniziare a pubblicarle più spesso. Tanto ho un bel backlog di cose di cui parlare.

Oggi si parte con un dungeon breve e molto estetico, che mi ha divertito un macello portare qualche mese fa a Salso Ludix (t’è ci mettiamo anche la pubblicità a un bell’evento): The Old Chapel of the Candle Lich, di Hairic Lilred.

The Old Chapel è un dungeon piuttosto semplice, basato sulle onnipresenti mappe di Dyson Logos. Non ha alcun contesto e nessuna informazione sull’esterno, quindi potete piazzarlo un po’ dove vi pare. Le stat presenti sono per DURF[1], ma io l’ho portato con Maze Rats[2] e ho pubblicato la conversione.

Se non usate sistemi particolarmente complessi, si gioca facilmente come one shot. Se il vostro gioco ha dei livelli, è ottima per i livelli bassi (anche se il Lich potrebbe essere tosto).

L’estetica è semplice e un po’ fumettosa, come ho visto più volte fare nei materiali per DURF. Se tutto quel rosso è troppo per la vostra stampante, c’è anche un bel PDF in bianco e nero. Non ricordo come sono incappato in questa avvenutra, di sicuro non conoscevo prima Hairic, ma non si può dire che non sappia il fatto suo con la grafica. Non è decisamente un’avventura artpunk, però in una stamperia fatta bene secondo me fa la sua porca figura.

La Mappa

L’aspetto più interessante della mappa, è la presenza di entrate multiple. Nessuna di questa è una vera porta, ma sono tutte muri crollati. Senza un qualche incidente non meglio specificato, la Cappella sarebbe sigillata. Personalmente, ho interpretato la descrizione della stanza 2 in maniera da chiudere quella parete, mentre ho considerato le stanze 2 e 4 come le uniche dotate di ingresso. La prima parte del dungeon è al di sopra del terreno, mentre dalla stanza 5 in poi si comincia a scendere.

Purtroppo, la mappa è molto lineare. Se i PG non scoprono il passaggio segreto nella stanza 6 c’è un solo modo per arrivare in qualsiasi stanza, e la maggior parte di esse sono vicoli ciechi. I vicoli ciechi sarebbero anche un’opzione interessante se ci fossero dei bei mostri aggressivi a rincorrere i PG, ma i mostri qua sono molto più tranquilli (che in realtà mi piace molto, ma ne parliamo quando siamo ai mostri).

Personalmente, avrei scelto una mappa diversa.

Gli Incontri

Le creature di cera sono interessantissime. Innanzitutto, non sono aggressive di default, anzi, puoi farci amicizia e ti raccontano anche dove stanno i passaggi segreti. Perché? Perché gli piace essere fatti di cera e vogliono che tu ti unisca a loro. Non vuoi? E allora diventano ostili e cercano di convertirti con la forza. Meravigliose.

Le lumache di cera mi piacciono anche più delle creature senzienti perché sono moleste. Ti colano addosso dal soffitto e ti strinano la faccia. E poi sono un’esca, oltre che un mostro, perché un guscio d’argento che si muove lentamente è una tentazione a cui nessun tombarolo sa resistere.

Ci sono un paio di suggerimenti sul funzionamento delle creature di cera che fanno intuire modi interessanti di gestirle, ma non sono meglio approfonditi. Io mi sono divertito moltissimo a immaginare la mia soluzione, ma avrei messo un po’ più di ciccia per sostenere master meno esperti. Sostanzialmente, nella stanza 8 troviamo:

A Inanimated Wax Warrior. It will obey the order of the person who lighted it up for 1d3 + 1 turns

Io da questo, leggendolo, ho tratto due seguenti conclusioni:

  1. La vita delle creature di cera è legata alla loro fiamma: si spegne quando le uccidi (e, viceversa, le uccidi se riesci a spegnerla), tornano vive quando la riaccendi.
  2. Se accendi la loro fiamma le creature ti ubbidiscono per un po’.

I miei giocatori hanno esplorato pochissimo questa cosa, a dire il vero, ma ci siamo divertiti lo stesso.

Poi ci sono i goblin, che sono una manciata disperata e interessantissima. Il mio gruppo, scottato (letteralmente e figurativamente), dalle lumache-trappola della stanza 6, hanno approcciato i goblin con diffidenza e organizzazione, terrorizzandoli e, alla fine, alleandosi con loro per recupere Gobbutz[3], il loro compagno smarrito e rapito dal Lich Candela.

Il Lich Candela è un bestione piuttosto tosto da affrontare di faccia, ma, se te la giochi bene, diventa relativamente fattibile. Si può coglierlo alla sprovvista con un po’ di manovre diplomatiche e comunque è impegnato a sperimentare su Gobbutz, gli si possono aizzare contro i goblin come carne da cannone… Ci sono opzioni. Mi piace meno il timer per Gobbutz, che parte a inizio avventura senza che nulla dia la minima idea ai PG. Si risolve facile: gli ho dato 3 turni da quando hanno trovato i goblin, per metterci l’urgenza.

Simpatico anche il sacerdote cieco della 8, ma i miei giocatori l’hanno saltato a piè pari dopo aver scoperto il passaggio segreto. Cioè, dopo che un Guerriero di Cera entusiasta gli ha detto dove trovarlo.

La mia opinione

Semplice, veloce, con delle idee memorabili. Secondo me ottima da portare come one shot, ma manca un po’ di ciccia per includerla meglio in una campagna. Probabilmente la ingrasserò io per infilarla nella mia campagna, perché le creature di cera mi piacciono.

La mappa molto lineare fa un po’ storcere il naso, ma le interazioni coi mostri sono molto meno lineari del solito (praticamente nessuno è ostile se non provocato, ma hanno tutti delle motivazioni per fare quello che fanno).

Nonostante sia breve e sicuramente adatta a giocatori neofiti, mi sento di sconsigliarla a master alle prime armi: ci sono veramente tanti spazi bianchi da riempire e non è così immediato vedere quali sono. D’altro canto, se vi piace riempire gli spazi bianchi, questa lascia in sospeso delle cose davvero interessanti.


  1. Come ogni volta che lo menziono, mi riprometto di approfondirlo, perché DURF ha delle vibes davvero interessanti. Però non sono mai riuscito a giocarlo. ↩︎

  2. C’è un forte legame tra DURF e l’edizione italiana di Maze Rats: Emiel Boven ha pubblicato delle bellissime illustrazioni in CC-BY per DURF, che io ho usato per illustrare il POD di Maze Rats (ovviamente mettendo i riferimenti corretti). Quindi anche se giocate a Maze Rats, potete guardare le illustrazioni di Emiel (poi non ho usato solo le sue, per carità, ma insomma, a me piacciono un botto quindi ve lo dico). ↩︎

  3. Gobbutz e Sgorbiutz sono i miei due nomi goblin di default. Sulla nomenclatura dei goblin Hairic non ha colpe. ↩︎


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sans